Melaverde – Quinta puntata del 18 ottobre 2015 – Luoghi e temi.

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Ogni domenica, alle 12, appuntamento con Melaverde. Il programma, condotto dal simpatico Edoardo Raspelli e dalla bella Ellen Hidding, quest’anno diventa maggiorenne e raggiunge le 18 candeline. Nato nel 1998, fino a due anni fa è sempre andato in onda su Rete4 con grande successo, tanto da ottenerne la promozione sulla rete ammiraglia. Le telecamere del programma approfondiscono i temi trattati di puntata in puntata con semplicità e un pizzico di buonumore e come sempre con l’attenzione alle eccellenze del territorio e ai suoi prodotti. Sono tanti i riconoscimenti ricevuti, primo fra tutti quello del pubblico televisivo e numerosi anche i premi ottenuti per l’opera svolta nella promozione delle colture locali e dei prodotti artigianali. L’interesse per le ricchezze del territorio italiano accompagnano i due conduttori in un viaggio alla scoperta delle località e della cultura attraverso le tipicità regionali della penisola, affrontando temi legati alla tradizione e alla cultura dell’Italia. Un itinerario alla scoperta di sapori e tradizioni culinarie antiche, valorizzando il fascino e la bontà senza tempo della gastronomia regionale nostrana e svelando curiosità e storia di ricette tradizionali.

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Per questa quinta puntata (la numero 511), Edoardo Raspelli raggiunge  la campagna che circonda Saluzzo (Cuneo) in una delle zone italiane storicamente dedita alla frutticoltura dove si coltivano mele rosse, pere, pesche e molti altri frutti tra i quali il kiwi che da anni costituisce un’importantissima risorsa per l’agricoltura locale. Recentemente un’organizzazione di agricoltori si è posta l’obiettivo di cercare un nuovo frutto che potesse crescere in questo territorio, creare un nuovo mercato e portare nelle case degli italiani qualcosa di gustoso, salutare e nuovo.

C’è voluto qualche anno, molta ricerca e sperimentazione e oggi, grazie a questi agricoltori è arrivato in Italia il Nergi, un baby Kiwi che conosceremo insieme. Scopriremo la sua origine, vedremo il modo in cui viene coltivato e curato durante la sua maturazione, fino alla raccolta che avviene rigorosamente a mano. Seguiremo poi il trasporto in cassette fino al loro ingresso in celle frigorifere dove questi piccoli frutti maturano e affinano al fresco, raggiungendo così il dolce sapore che li rende apprezzati anche dai più piccoli. Non mancheranno di certo consigli per poter gustare ed abbinare al meglio questa golosa novità che, oltre ad avere un sapore molto gradevole, racchiude moltissimi elementi e proprietà benefiche per il nostro organismo.

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Ellen Hidding, invece ci parla dell’unico formaggio che riesce a stagionare più di dieci anni. Un formaggio che nasce esclusivamente in alpeggio, dalla lavorazione a caldo del latte.Un latte bovino arricchito con il latte prodotto dalla particolare capra della Val Gerola .Questo formaggio è il Bitto Storico. Il Bitto nasce da un procedimento di lavorazione unico, rimasto lo stesso da 2500 anni, da quando i popoli celtici pascolavano sugli alpeggi i propri animali . In celtico la parola “bitu” era riferita a questi pascoli, o forse alla lunga conservabilità del formaggio che producevano. Voleva dire “perenne”.

Il prodotto di cui parliamo oggi molto probabilmente prende il suo nome proprio da quella parola. Quella che vi raccontiamo oggi, però, è anche la storia di poveri contadini che hanno saputo fare qualcosa di straordinario, un prodotto conosciuto oggi a livello internazionale. Gente che ha resistito in montagna proprio perché sapeva fare questo formaggio ed oggi ne sta raccogliendo i frutti. E’ la storia di un altro talento tutto italiano. Una delle sue caratteristiche è quella di poter essere ancora prodotto all’interno dei “Calècc”, delle piccole stazioni di lavorazione itineranti, fatte di pietra, disseminate sugli alpeggi.

Prima della puntata, dalle 11 alle 12, come lo scorso anno ecco Le storie di Melaverde. Si tratta di approfondimenti di temi già trattati, ma visti da una diversa angolazione.

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